Cuculo
WORKSFacciamo spesso caso alla presenza, al dato certo e visibile, controllabile e stimabile. Mi sono però reso conto che la mia attenzione va sempre più spesso verso l’assenza, verso il dato mancante che diventa elemento determinante della narrazione. La sedia a sdraio vuota qui ci toglie il piacere di un soggetto; lei stessa non lo è, e sicuramente non lo è il cuculo, che è invece l’antagonista per antonomasia: uccello schivo che agisce di soppiatto per deporre le sue uova in nidi altrui (A memoria non credo di aver mai visto un cuculo, ne ricordo solo il beffardo canto). Quindi la sdraio di chi è il nido? Un problema visivo, un vuoto potenziale moltiplicatore poetico che però è, allo stesso tempo, un crampo percettivo.
Cuculo, 2019 – Acrilico su tela – 50×40 cm