Mountain Way

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Mountain Way

2012 – installazione (paline stradali) dim. variabili

La razionalità ci porta a tracciare percorsi lineari, congiungendo il punto di partenza al punto di arrivo. La ricerca di ottimizzazione pone in primo piano fattori quali rapidità della percorrenza e organizzazione temporale. Un navigatore GPS può calcolare con efficienza la distanza e il tempo virtuale del viaggio, addirittura aggiornarlo in base a condizioni ambientali e di traffico. L’intervento è una riflessione sul percorso che ne mette in discussione linearità, inizio e fine. Le paline che affiancano le strade montane servono per indicare il percorso quando la neve alta confonde i riferimenti spaziali del viaggiatore. Un elemento semplice, persino rudimentale se comparato alle tecnologie di un GPS, ma estremamente efficace. La funzione della palina pone al centro il percorso stesso. Viaggiando in un paesaggio innevato, senza altri punti di riferimento che le paline stesse, si dimenticano il punto di partenza e quello d’arrivo, per concentrarsi sul percorso stesso.
In quest’installazione le paline sono usate per definire un percorso semplice e minimale, ma non abituale. Si lascia da parte la linearità, struttura secondo la quale vengono abitualmente disposte le paline, per creare un percorso circolare che è percorso e basta, non tragitto da A a B. Tramite questo cambio di funzione, le paline divengono la guida per un esercizio mentale che pone al centro il percorso e la sua percorrenza, a scapito della meta e della velocità. Un training al potenziamento della capacità mentale di percorrere lo spazio senza inizio e fine.

Rationality leads us to prefer linear paths, joining the starting point to the end through a straight segment. The research for optimization emphasizes factors such as speed and temporal organization. A GPS efficiently computes the distance and the virtual duration of the trip, updating them on the basis of traffic and environmental factors. Rovereto – Taibon takes 2 hours and 4 minutes. This installation is a reflection on the route that challenges its linearity, beginning and ending. The poles flanking the mountain roads are used to indicate the path when the snow blurs the spatial references for the traveler. A simple element, even rudimentary when compared to the technology of a GPS, but an extremely effective one. The function of the poles focuses on the path itself. Traveling in a snowy landscape, with no other reference points that the poles themselves, the point of departure and arrival are left aside, to focus only on the path itself. Orientating thanks to the poles, the traveler focuses exclusively on here and now. In this installation poles are used to define a simple and minimal, though unusual, path. Linearity, according to which poles are usually organized, is left aside, to create a circular path which is just path, not route from A to B. Through this change of function, the poles become the guide for a mental exercise that focuses on the journey, at the expense of goal and speed. A training to strengthen the mental capacity to experience space without beginning and ending.