Cecità Bianca

WORKS

“… il lavoro di Lanaro ha permesso un’esplorazione della scienza della visione, dell’ottica, attraverso le carte della geografia. La sua personale misurazione della Terra è stata anticipata, come accade per tutti i viaggi degni di memoria, da un momento per una laicissima invocazione: il confronto con l’opera “La preghiera” di Vincezo Vela: un incontro denso di ricordi senza memoria. I dischi della terra si proiettano in un’amalgama di spettri nati dalla miopia sull’avvenire del nostro passato, lo sguardo sembra non bastare. Così Lanaro prosegue la sua indagine rispetto alle scienze esatte, utili per la registrazione dell’universo. Queste forme sopravvivono alle due dimensioni, sulla carta, ma provocano un restringimento di campo appena si varca un’altra stanza, quando la prospettiva si allontana. Le sculture sembrano riflettere momenti della residenza condivisa con i ciechi quando: “I have always been shy about blind people and never looked at them too long, even though they fascinated me. Since they couldn’t see me, I felt guilty toward them”. Diventano bianche, pronte a registrare tutto, senza rivelare nulla. “Form” e “Sul concetto di lotta” rappresentano non la condizione, il diventare cieco, ma la cecità stessa”.
Testo di Chiara Ianeselli tratto dal catalogo “Der Blitz 2014”, Mag – Museo Alto Garda

Federico Lanaro, Sul concetto di lotta 2014 Federico Lanaro - Di niente di nessuno 2014 Federico Lanaro - Di niente di nessuno 2014 Federico Lanaro, cecità - la preghiera 2014 Federico Lanaro, Ponderazione, installazione 2014